Giovanni Pallotta

Giovanni Pallotta

Venerdì, 22 Agosto 2014 02:00

Pastarelle 'di prima'

Le pastarelle di questa ricetta sono a base di cremone e conosciute come pastarelle al cremone. La dicitura del titolo è presa dalle annotazioni di mia madre. In passato le pastarelle si preparavano per i matrimoni e le feste fatte in casa. Servite nei cesti o nelle mine, erano rigorosamente accompagnate da vassoi di vino e minuscoli bicchieri di liquori colorati. Le pastarelle non consumate si riportavano a casa insieme con i biscotti all'olio, spesso utilizzando le federe dei cuscini come sacchetti.

La ricetta fornisce una produzione di circa 60 pastarelle.

Sabato, 09 Agosto 2014 02:00

I luoghi del folletto

Il 14 agosto parte il 1° concorso di pittura estemporanea “Miranda: I luoghi del folletto”, organizzato dall'Associazione Gli Arcimboldi e il Gruppo Mbrianna, promosso dalla ProLoco Pro Miranda con il supporto dell'Associazione GiovanInsieme. Possono partecipare tutti gli artisti, iscrivendosi fino alle ore 9:00 di Giovedì 14 agosto semplicemente presentandosi agli organizzatori in Piazza Fontana.

Per informazioni e/o iscrizioni:

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nicola Guglielmi 349.8637298

Dario Palumbo 320.5585788

Giovedì, 19 Maggio 2011 02:00

Addio all'Edificio scolastico

Dopo molte false partenze e date che si sono rincorse per giorni, finalmente il 10 maggio mattina il vecchio edificio scolastico ha ceduto sotto i colpi decisi del braccio meccanico dell'escavatore. E dire che a questo evento la struttura si era già tristemente preparata da qualche mese, spogliandosi via via dei suoi vestiti, banchi, arredi, libri, scaffali e giù giù fino alle porte e alle finestre. Soli, come il capitano con la nave, sono rimasti caparbiamente  attaccati alle pareti, qua e là nelle aule, solo i disegni di chissà quali bambini, forse impossibile da rintracciare.

Domenica, 15 Maggio 2011 17:56

mbrianna

Mbrianna è il nome dialettale con il quale i nativi chiamano Miranda. Per  effetto di un noto fenomeno di assimilazione presente in tutto il meridione d'Italia che porta <nd> in <nn>, lo stesso nome diventa prima miranna e poi, a causa dell'influsso metafonetico — una sorta di propagazione a distanza delle caratteristiche vocaliche — di <i> che precede sulla <a> tonica, mirianna. Il passaggio seguente contempla l'ammutimento della prima <i> che viene pertanto trasformata in vocale indistinta (il cosiddetto schwa, che indichiamo con <ë>), dando luogo a mërianna. mbrianna_phonetic

La successiva caduta della vocale indistinta porta alla formazione di mrianna. In latino però, che è la lingua in cui supponiamo queste trasformazioni avvengano, la sequenza consonantica <mr> non è ammessa, non esiste cioè nella lingua di Roma nessuna parola che preveda tale accostamento di consonanti (a parte l'eventuale presenza di qualche vocabolo preso in prestito da altre lingue). Il sistema linguistico allora, invece di accettare supinamente questa novità, si difende eliminando la sequenza anomala e per farlo inserisce (epentesi) una consonante che agevoli il passaggio da un suono all'altro, in questo caso una <b>, producendo la forma finale mbrianna.

Si osservi che con analoghe trasformazioni si sono prodotti nel nostro dialetto cambra da camera, tiumbrë da tomolo, vembra da vomere. Nel dialetto napoletano segnalo la formazione di bella mbriana, una specie di fata benefica angelo custode probabilmente derivata da una «Bella Miriana».

Per quanto riguarda l'etimologia del nome vedi l'articolo Sul nome Miranda

Domenica, 15 Maggio 2011 02:00

Ntunë

C'era una volta una mamma che aveva un figlio un po' suonato di nome Ntunë. Ogni volta che la mamma si allontanava faceva perciò sempre mille raccomandazioni al figliolo a che non si cacciasse nei guai. E così un giorno che dovette recarsi a lavorare in campagna prevedendo di stare via tutto il giorno prima di partire gli disse: "Antù, mentre io sono via controlla che la chioccia non si allontani dalle uova, perché se le uova non rimangono al caldo non schiuderanno i pulcini...

Domenica, 21 Novembre 2010 01:00

Lo stemma di Miranda

Lo stemma municipale di Miranda è da tutti comunemente individuato facendo riferimento alle due torri. Lo stemma, più complesso, in realtà è quello dei Di Somma, famiglia patrizia del seggio De Capoa, uno dei quattro quartieri nobili più antichi di Napoli e attestata nella città dal 1307. Alcuni pensano che questa famiglia discendesse dai Gualandi di Pisa, altri che derivasse il nome dal monte Somma presso il Vesuvio potendo identificarsi per alcuni con una famiglia Spinelli detta «de Summa» per le consistenti proprietà vantate in quelle terre; altri ancora che fosse famiglia lombarda trapiantata a Napoli ai tempi di Federico II, il quale nel 1239 aveva consegnato in custodia ai baroni di Picerno e Saponara due ostaggi lombardi, Oberto e Percivalle di Somma.

Domenica, 21 Novembre 2010 01:00

Frittata di Pasqua

Lunedì, 01 Novembre 2010 17:43

Povëra donna

Povëra donna, povëra donna
pë rë pucë la nottë nën dormë
pë rë pucë e pë rë guai
povëra donna nën dormë mai.

Së zë sveglia la puciarìa
povëra donna nën dormë pëccrìia
Së t'accappa mmis'a l'ogna
të fa fà brutta carogna

Povëra donna, povëra donna
pë rë pucë la nottë nën dormë
pë rë pucë e pë rë guai
povëra donna nën dormë mai.

E pë tanta në tëneva
chë la favëcë rë mëteva
Rë mëteva fascë a fascia
e rë mëtteva dent'a la cascia.

Povëra donna, povëra donna
pë rë pucë la nottë nën dormë
pë rë pucë e pë rë guai
povëra donna nën dormë mai.

Lunedì, 11 Ottobre 2010 00:52

Una storia di Miranda

storia_mirandaUna bella storia di Miranda dal Duecento al Novecento si trova manoscritta e molto finemente istoriata in casa del professore Antonio Fusco. La cornice d'uno scuro sobrio e severo con intarsi dorati, da tempo minata dai tarli, cede ogni tanto qualche frammento e con quello un po' del suo pregio. È possibile che a scriverla, come sembra potersi desumere dalla chiusa del documento, sia stato il cav. Ernesto Franceschelli o altra persona a lui vicina, all'epoca del suo sindacato, una volta riscattati i beni della duchessa De Medici di Miranda e averli assicurati per il futuro alla comunità.

I terreni coltivi furono censiti ai vecchi contadini a fronte di un canone modesto, mentre «la parte incolta e boscosa, con atto del Notar Mancini del 14 settembre 1898, fu data in Enfiteusi a 60 proprietari mirandesi, i quali assunsero l'obbligo di pagare l'annuo canone di £. 650,00, col diritto però dell'affranco in 10 anni». Contestualmente con altro atto notarile dello stesso giorno i 60 proprietari donarono i terreni così acquisiti al Comune di Miranda, stimando l'interesse collettivo superiore a quello privato.

Di seguito, la trascrizione del documento.

 

Venerdì, 20 Agosto 2010 02:00

Statuto di Miranda 1634

Lo statuto di Miranda del 1634 proviene dal Fondo Rossi della Biblioteca Provinciale Pasquale Albino di Campobasso. Esso insieme ad altri 24 statuti molisani fu ricercato e trascritto dal medico e studioso di Campodipietra Francesco Rossi (1846-1935), presumibilmente intorno alla fine dell'Ottocento secondo G.B. Faralli.

L'originale era conservato, così recita l'annotazione sulla copia trascritta dal Rossi, nell'Archivio di Sato di Napoli, nel fondo Collaterale Privilegiorum, vol. 238 (anno 1633 a 1635) fol. 141 e seguenti. Sfortunatamente il fondo da cui lo statuto proviene, il Collaterale Privilegiorum, andò perso quasi completamente durante l'ultimo conflitto mondiale. Sono sopravvissuti soltanto pochi volumi che riguardano il 1400. I locali che ospitavano l'Archivio di Stato di Napoli infatti subirono notevolissimi danni, alcuni anche involontari, dovuti tra l'altro allo scoppio di una nave carica di esplosivi. Ma i danni maggiori furono quelli causati dai tedeschi che per rappresaglia appiccarono il fuoco con latte di kerosene a Villa di Montesano a San Paolo Belsito, presso Nola, dove per sicurezza erano stati trasportati i documenti più importanti e preziosi dell'Archivio di Sato, pensando che la guerra non si sarebbe estesa fuori dai confini cittadini.

Nel rogo bruciarono quasi interamente 866 casse di documenti alcune migliaia di volumi, pacchi e fogli sciolti e 55 mila preziosissime pergamene che datavano dal VII secolo, lasciandoci in tal modo orfani di una storia ancora tutta da scrivere.

 

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